Il « Rock-festival » a Villa Borghese
Etichetta nuova per un vecchio pop
La manifestazione organizzata da Massimo Bernardi sarà gratuita - L'intervento dei discografici
L'eclisse dopo Viareggio - Solisti e complessi di casa nostra - Un Shawn Phillips a sorpresa
di PIETRO MONDINI
DOPO CARACALLA e Villa Pamphili, è la volta di Villa Borghese. Il pop non conosce frontiere e stavolta, pur di piantare le tende nel cuore della capitale, gli hippies hanno accettato il compromesso: « non strafate, non rompete troppo le scatole e noi vi accontenteremo; vi concederemo la "Valle del Graziano", a una spanna dallo Zoo. e voi promettete di non provocare guasti fornendo così argomenti a coloro i quali questi festivals vorrebbero limitarli, se non proprio sopprimerli ».
Così più o meno - il discorso che in Campidoglio è stato fatto a Massimo Bernardi, l'organizzatore della manifestazione che si terrà domani, venerdì e sabato prossimi, a due passi da via Veneto. I ragazzi del Nord, la settimana scorsa, hanno avuto la loro fetta dl pop a Milano (al Parco Lambro) e a Cuggiono, sul Ticino; i ragazzi romani e, più in generale, quelli laziali, l'avranno nei prossimi tre giorni, alla insegna del « Villa Borghese Rock Festival », un'etichetta che Bernardi ha incollato sulla vecchia bottiglia dl Viarreggio allorché, quattro anni fa, « inventò » il « Festival di musica d'avanguardia e nuove tendenze ».
Fu, quella, la manifestazione che lasciò, nel ribollente mondo della musica pop, la impronta più marcata e significativa, perché fu all'ombra di quella pineta che uscirono « La premiata forneria Marconi », Mia Martini, « Gli Osanna », i « New Trolls », i Delirium. tanto per non sforzare troppo la memoria. In quella pineta, di autentico, oltre agli esecutori, c'erano anche gli hippies, ragazzi giunti da ogni parte col solito mezzo dell'autostop, con poche lire e molta fame, con scarsa considerazione da parte dei benpensanti e una voglia matta di contestare. E la contestazione ci fu.
Da quel giorno, sulla musica pop - visto il successo - si posarono gli occhi dei discografici e così la spontaneità e l'esuberante carica giovanile, si tramutarono pian piano, grazie anche a certi imbonitori radiotelevisivi, in un grosso affare per l'industria del trentatrè-giri. Da allora sono diminuiti gli hippies autentici e cresciuti quelli fasulli (i giovani e le ragazze che, accompagnati in auto da mamma e papa, si mettono in testa un vistoso trofeo e s'infilano di soppiatto un paio di sbiaditi blue-jeans); a managers professionalmente validi se ne sono aggiunti di improvvisati, assolutamente acerbi e a digiuno di cose musicali: l'importante è offrire qualcosa che provochi fracasso, indisponendo timpani e vicinato.
Su quel Viareggio che tenne a battesimo il pop di casa nostra è stata gettata molta acqua, prima al « Foro Italico » poi, lo scorso anno, a Napoli, alla Fiera d'Oltremare.
Da domani, quarto round. La platea, nella verde cornice di Villa Borghese, sarà quella consueta: giovani e ragazze in folcloristici bivacchi sui prati prospicienti la tradizionale passeggiata di decine e decine di cani, e le gabbie delle bertucce e degli orango, insoliti spettatori di un concerto pop. Le novità sono poche, ma significative. Anzitutto, non si paga. La gratuità dell'ingresso - dicono gli organizzatori- sarà compensata dalla vendita di bibite e panini, souvenirs, abbigliamenti e chincaglieria varie. Si tratta, ovviamente, di una copertura fasulla, di uno stratagemma col quale si vuole mascherare l'intervento diretto delle case discografiche (si parla di mezzo milione per iscritto), della crescente commercializzazione, cioè, di quella che, un tempo, era spontanea espressione di solisti e complessi canoro - musicali d'avanguardia.
Di pop, oggi, c'è inflazione. Nel generale e caotico bailamme che lo caratterizza, emergono e si caratterizzano due punti fermi: 1) biglietti a basso prezzo; 2) qualità degli spettacoli. Sul primo punto, Massimo Bernardi sembra aver fatto centro stabilendo la gratuità della manifestazione; sul secondo, giudicheremo volta per volta.
Intanto, dal « cartellone », stralciamo i nomi di alcuni complessi e solisti: « Volo », « Perigeo », « Rovescio della Medaglia », « Ibis », « Jumbo », «Albero Motore», Francesco De Gregori, Edoardo Bennato, Mauro Pelosi, Antonello Venditti. Il meglio, si giura e spergiura, sarà offerto da Shawn Phillips, per la sua originale impostazione vocale e per le sue molteplici chitarre. Da alcuni anni in Italia, Shawn Phillips si esibisce raramente in pubblico: si spera quindi che quella di Villa Borghese possa essere una piacevole e gustosa eccezione.