Paese Sera - Giovedì, 20 Giugno 1974 - Edizione del Mattino (Cronache degli Spettacoli)

Il « Rock-festival » a Villa Borghese
Etichetta nuova per un vecchio pop
La manifestazione organizzata da Massimo Bernardi sarà gratuita - L'intervento dei discografici
L'eclisse dopo Viareggio - Solisti e complessi di casa nostra - Un Shawn Phillips a sorpresa

di PIETRO MONDINI

DOPO CARACALLA e Villa Pamphili, è la volta di Villa Borghese. Il pop non conosce frontiere e stavolta, pur di piantare le tende nel cuore della capitale, gli hippies hanno accettato il compromesso: « non strafate, non rompete troppo le scatole e noi vi accontenteremo; vi concederemo la "Valle del Graziano", a una spanna dallo Zoo. e voi promettete di non provocare guasti fornendo così argomenti a coloro i quali questi festivals vorrebbero limitarli, se non proprio sopprimerli ».
Così più o meno - il discorso che in Campidoglio è stato fatto a Massimo Bernardi, l'organizzatore della manifestazione che si terrà domani, venerdì e sabato prossimi, a due passi da via Veneto. I ragazzi del Nord, la settimana scorsa, hanno avuto la loro fetta dl pop a Milano (al Parco Lambro) e a Cuggiono, sul Ticino; i ragazzi romani e, più in generale, quelli laziali, l'avranno nei prossimi tre giorni, alla insegna del « Villa Borghese Rock Festival », un'etichetta che Bernardi ha incollato sulla vecchia bottiglia dl Viarreggio allorché, quattro anni fa, « inventò » il « Festival di musica d'avanguardia e nuove tendenze ».
Fu, quella, la manifestazione che lasciò, nel ribollente mondo della musica pop, la impronta più marcata e significativa, perché fu all'ombra di quella pineta che uscirono « La premiata forneria Marconi », Mia Martini, « Gli Osanna », i « New Trolls », i Delirium. tanto per non sforzare troppo la memoria. In quella pineta, di autentico, oltre agli esecutori, c'erano anche gli hippies, ragazzi giunti da ogni parte col solito mezzo dell'autostop, con poche lire e molta fame, con scarsa considerazione da parte dei benpensanti e una voglia matta di contestare. E la contestazione ci fu.
Da quel giorno, sulla musica pop - visto il successo - si posarono gli occhi dei discografici e così la spontaneità e l'esuberante carica giovanile, si tramutarono pian piano, grazie anche a certi imbonitori radiotelevisivi, in un grosso affare per l'industria del trentatrè-giri. Da allora sono diminuiti gli hippies autentici e cresciuti quelli fasulli (i giovani e le ragazze che, accompagnati in auto da mamma e papa, si mettono in testa un vistoso trofeo e s'infilano di soppiatto un paio di sbiaditi blue-jeans); a managers professionalmente validi se ne sono aggiunti di improvvisati, assolutamente acerbi e a digiuno di cose musicali: l'importante è offrire qualcosa che provochi fracasso, indisponendo timpani e vicinato.
Su quel Viareggio che tenne a battesimo il pop di casa nostra è stata gettata molta acqua, prima al « Foro Italico » poi, lo scorso anno, a Napoli, alla Fiera d'Oltremare.
Da domani, quarto round. La platea, nella verde cornice di Villa Borghese, sarà quella consueta: giovani e ragazze in folcloristici bivacchi sui prati prospicienti la tradizionale passeggiata di decine e decine di cani, e le gabbie delle bertucce e degli orango, insoliti spettatori di un concerto pop. Le novità sono poche, ma significative. Anzitutto, non si paga. La gratuità dell'ingresso - dicono gli organizzatori- sarà compensata dalla vendita di bibite e panini, souvenirs, abbigliamenti e chincaglieria varie. Si tratta, ovviamente, di una copertura fasulla, di uno stratagemma col quale si vuole mascherare l'intervento diretto delle case discografiche (si parla di mezzo milione per iscritto), della crescente commercializzazione, cioè, di quella che, un tempo, era spontanea espressione di solisti e complessi canoro - musicali d'avanguardia.
Di pop, oggi, c'è inflazione. Nel generale e caotico bailamme che lo caratterizza, emergono e si caratterizzano due punti fermi: 1) biglietti a basso prezzo; 2) qualità degli spettacoli. Sul primo punto, Massimo Bernardi sembra aver fatto centro stabilendo la gratuità della manifestazione; sul secondo, giudicheremo volta per volta.
Intanto, dal « cartellone », stralciamo i nomi di alcuni complessi e solisti: « Volo », « Perigeo », « Rovescio della Medaglia », « Ibis », « Jumbo », «Albero Motore», Francesco De Gregori, Edoardo Bennato, Mauro Pelosi, Antonello Venditti. Il meglio, si giura e spergiura, sarà offerto da Shawn Phillips, per la sua originale impostazione vocale e per le sue molteplici chitarre. Da alcuni anni in Italia, Shawn Phillips si esibisce raramente in pubblico: si spera quindi che quella di Villa Borghese possa essere una piacevole e gustosa eccezione.



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Paese Sera - Giovedì, 20 Giugno 1974 - Edizione del Mattino
Musica pop due festival contrapposti
Oggi a Villa Borghese e sabato alla Magliana

di CARLO RIVOLTA

MUSICA gratis per tutti, promettono gli organizzatori del rock festival di Villa Borghese che comincia oggi. «Musica contro Fanfani, rabbiosa, fantastica», promettono in alternativa gli organizzatori di un festival che si svolge nella piazza principale della Magliana, il comitato di quartiere e Stampa Alternativa.
Il contro-festival della Magliana si svolge sabato 22 alle 19 nella piazza principale del quartiere.
Qualche sorpresa potrebbe arrivare anche dallo stesso festival di Villa Borghese, che è violentemente criticato da Stampa Alternativa.
Nella « valletta dei cani » (si chiama Valle del Graziano) alcuni giovani dell'agenzia distribuiranno volantini che invitano i cantanti ad «abbandonare il festival della musica di plastica per partecipare a quello della Magliana ».
L'accusa che essi rivolgono al gruppi e agli artisti che partecipano alla manifestazione «ufficiale» è di essere ormai «asserviti » alle case discografiche. Il festival di Villa Borghese infatti è gratis ma è anche la più grossa manifestazione promozionale di pubblicità.
Secondo alcune voci qualche perplessità sarebbe stata già manifestata da alcuni fra i partecipanti al festival che svolgono un discorso democratico e di impegno politico. Vedremo se la spunterà l'attrattiva esercitata dalla possibilità di fare uno spettacolo in quartiere popolare come la Magliana, o se prevarrà la richiesta di un pubblico già « tradizionale » come quello dei concerti pop e il ricatto delle case discografiche. Ci sono ancora due giorni, oggi e domani, poi Villa Borghese e la Magliana saranno a confronto. Nel frattempo la spunta il festival « ufficiale », organizzato da Massimo Bernardi, che apre già da oggi.
Le polemiche di questo genere non sono nuove, ovviamente nel mondo del pop. Già a Milano i giovani si sono divisi fra due festival, uno al Parco Lambro l'altro a Cuggiono, sul Ticino che si sono svolti in questi giorni.
Il festival del parco Lambro era organizzato da Re Nudo, una rivista che fino a qualche tempo fa era nelle intenzioni dei suoi redattori la più underground, e « off » possibile, che questa volta aveva accettato i soldi dei manager del disco.
Quello sul Ticino da Max Capa direttore un giornale ancora più « off » di Re Nudo, reduce da una fallimentare esperienza in una comune, che aveva raccolto intorno a sé una folla composita di hippies dalle molteplici ideologie, dal situazionismo, all'anarco-individualismo.


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Paese Sera - Giovedì, 20 Giugno 1974 - Edizione della Sera
Rock politico e no

di CARLO RIVOLTA

* Musica pop «al servizio» delle grandi case discografiche o musica «alternativa», fuori dal grande circuito, con un impegno politico che riguarda anche la scelta del mercato e non solo il « discorso » della musica ?
La contrapposizione, che ha per protagonisti come sempre i giovani, sarà evidente fra il festival pop di Villa Borghese che comincia questa sera nella valletta dei cani e quello più dimesso e con una cornice certamente meno attraente di dopodomani sera, a piazza Vittor Pisano, organizzato dal comitato di quartiere della Magliana e da Stampa Alternativa, l'organizzazione protagonista della contestazione contro i padroni della musica,.
Cominciamo dalla manifestazione che comincia stasera, quella ufficiale, ricca. Praticamente è la quarta edizione di quello che una volta si chiamava il Festival della musica d'avanguardia e di nuove tendenze. Generalmente si svolgeva al chiuso e si pagava il biglietto: quest'anno l'organizzatore invece ha deciso una sortita grossa, sperando di raccogliere almeno ventimila persone a Villa Borghese. Non si paga e così nessuno potrà prendersela con i « padroni della musica che impongono prezzi esorbitanti per i concerti pop ma in compenso c'è l'appoggio ufficiale di tutte le case discografiche.

Star dello spettacolo sono i nuovi divi della musica pop italiana, per primi, oggi alle 16 e fino a mezzanotte. Antonello Venditti, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Quella Vecchia Locanda e vari debuttanti. Non ci sono solo loro, ci sarà la Premiata Forneria, i Jumbo, Francesco De Gregori, gli Area, il Perigeo, Shawn Phillips.
Gli spettatori avranno a disposizione un palco largo trenta metri, tre torri per i riflettori, un impianto di amplificazione a trentadue canali, tanti panini, coca cola a volontà. Una mini Woodstock insomma che dovrebbe soddisfare a pieno gli appassionati del pop-festival e che comunque dovrebbe rappresentare un polo d'attrazione spettacolare per migliaia di ragazzi.

Diversa la situazione della Magliana: nel quartiere ghetto, costruito dagli speculatori sotto il livello del Tevere, pieno di topi, infestato da zanzare e dalla malaria, perla della speculazione edilizia romana realizzata con la copertura compiacente della DC, il festival si svolge in piazza Vittor Pisano. Non ci sono larghi mezzi, ma la volontà di condurre attraverso la musica un discorso diverso più politico. Gli organizzatori promettono per il loro festival, « Musica contro Fanfani », luci film e musica gratis, e un complesso francese, di una ventina di elementi, che suona in maniera « rabbiosa e aggressiva ». « Sono gli unici artisti - dicono a Stampa Alternativa - che abbiamo trovato in mezza Europa che non si sono legati mani e piedi alle case discografiche ».
Il festival della Magliana è artigianale ma non si può escludere che ci sia qualche ospite inatteso. Stampa Alternativa infatti ha preannunciato che al Festival di Villa Borghese distribuirà dei volantini che invitano gli artisti che credono in una battaglia di democrazia e rinnovamento a sganciarsi dal festival di plastica, per andare a cantare alla Magliana, a contatto con i veri problemi della città. C'è la speranza che i più impegnati fra i partecipanti il festival pop aderiscano alla iniziativa.
Staremo a vedere se prevarrà l'attrattiva esercitata dalla possibilità di un contatto reale con un pubblico diverso, quello di un quartiere popolare come la Magliana, o se, ancora una volta il discorso resterà confinato ad un pubblico già diventato « tradizionale». anche se apparentemente anticonformista, come quello dei concerti pop.
A Milano la settimana scorsa c'è stata una contesa del genere che ha visto contrapposto il festival discografico di « Re Nudo», una ex rivista underground e quello di Max Capa, un hippie deluso dalla vita in una comune, editore di " Puzz ", un fumetto « off ». Lì il confronto era però fra una manifestazione pilotata dai grandi manager del disco e un revival di una confusa e mistificata ideologia hippie che si svolgeva sul Ticino, in una specie di Arcadia agreste secondo gli schemi migliori dei figli dei fiori, anche se questa volta si dichiaravano « situazionisti», « libertari», « anarchici» e così via.
A Roma sono di fronte invece Villa Borghese con i discografici, e il quartiere della Magliana, una realtà che a tutto può far pensare fuorché ad un'anacronistica rinascita dell' «hippismo».


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